In: Battaglia del Solstizio0

Già semidistrutta dai bombardamenti precedenti, Nervesa viene investita dai combattimenti nella serata del 16, dopo che i comandi austro-ungarici ritengono opportuno modificare gli obbiettivi iniziali (Montebelluna – Castelfranco) e puntare direttamente ai Ponti della Priula, che sono stati resi inservibili dagli italiani nel novembre del 1917. Solo tre arcate sono state demolite, quindi facilmente riattabili.
La battaglia si accende furibonda tra i reparti austro-ungarici della 41^ Divisione di Cavalleria Appiedata appena transitata sul ponte di Villa Jacur ed i fanti del glorioso 111° Reggimento della Brigata Piacenza, comandata dal Col. Ruocco, che facendo perno sui caposaldi di Villa Berti – Stazione Ferroviaria – Casa Macello, con un intelligente rotazione delle truppe e col sacrificio dei propri soldati, inferiori di numero, riuscirà a frenare per quattro giorni, fino alla sera del 18, la pressione nemica, dando così la possibilità, ai nostri comandi, di far affluire le riserve in difesa della seconda linea (Casa Breda – Rotonda Bidasio – Officine Elettriche).
La perdita di Villa Berti non viene digerita dal Colonnello Egidi, Comandante della Brigata Piacenza, che non vuole perdere Nervesa. Viene così organizzato, per la giornata del 19, un contrattacco nell’abitato condotto su due direttrici con truppe fresche. Ma per atavici problemi organizzativi, l’azione viene spostata a sera e non tutte le truppe giungono in tempo.
L’azione, comunque, che ha inizio alle 18.00 da Casa Breda lungo l’argine del Piave, coglie letteralmente di sorpresa le truppe austro-ungheresi dando così la possibilità agli italiani di entrare rapidamente nel centro dell’abitato.
Si apre così un’altra notte di fuoco a Nervesa, si combatte casa per casa, ma per gli italiani non c’è storia, inferiori di numero sono obbligati a ritirarsi, dopo averli rioccupati, nei ruderi di Villa Berti dove resisteranno per tutta la giornata del 20.
I soldati italiani nella mattinata del 21, dopo aver sostenuto altri cinque attacchi notturni, con solo 60 uomini in grado di combattere sui 900 iniziali, senza più munizioni, si arrenderanno al nemico, che gli concederà l’onore delle armi.